· Si canta l’INNO DI APERTURA
· Si scopre l’emblema e si spengono le luci, tranne quella che illumina l’emblema e quella che serve per la lettura
· L’officiante legge ad alta voce il seguente servizio, iniziando con il saluto rosacrociano:
Care sorelle e cari fratelli, che le rose fioriscano sulla vostra croce!
(I presenti rispondono:) E sulla tua pure!
Ci troviamo di nuovo a Pasqua. Una volta ancora siamo all’atto finale del dramma cosmico della discesa del raggio di Cristo nella materia della nostra Terra: la nascita mistica che abbiamo celebrato a Natale, e la morte mistica e la liberazione. L’impulso vitale del Cristo Cosmico, penetrato nella Terra lo scorso autunno e nato misticamente a Natale, ha realizzato la sua magica fecondazione durante i mesi che sono trascorsi da allora fino all’attuale periodo pasquale, e si sta adesso liberando da questa croce di materia per fare ritorno al Trono del Padre, dopo aver lasciato il nostro pianeta rivestito della verdeggiante gloria della primavera, pronta per le attività della stagione estiva. Il raggio spirituale inviato dal Cristo Cosmico ogni autunno per rinnovare l’attività della Terra è pronto per risalire al Trono del Padre. In questo periodo dell’anno una nuova vita, una nuova energia scorre con irresistibile forza nelle arterie e nelle vene di ogni cosa vivente, ispirandola, infondendole nuova speranza, nuova ambizione e nuova vita, spingendola a nuova attività onde imparare nuove lezioni alla scuola dell’esperienza. Questo flusso di energia rinvigorisce tutto ciò che ha vita, ne sia o meno consapevole: anche la pianta vi risponde con una maggiore circolazione della linfa, facendo spuntare le foglie, i fiori e i frutti mediante i quali quest’ondata di vita si esprime, evolvendo verso un maggior grado di coscienza.
Pur essendo meravigliose queste manifestazioni fisiche esteriori che trasformano
È verità effettiva che “In Dio viviamo, ci muoviamo ed abbiamo esistenza”. Al di fuori di Lui non può esservi esistenza alcuna: viviamo attraverso
Durante gli ultimi sei mesi siamo stati interamente circondati dalle vibrazioni spirituali che in inverno predominano. In autunno ci giunse un nuovo impulso di vita superiore che culminò nella Notte Santa esercitando la sua magia nella nostra natura, secondo come abbiamo approfittato delle nostre opportunità. In base alla nostra diligenza o negligenza nella passata stagione il processo sarà accelerato o ritardato in quella successiva, perché è verità inconfutabile che noi siamo esattamente quello che abbiamo fatto di noi stessi. Il servizio che prestiamo o che tralasciamo di fare determina se una nuova opportunità ci fornirà nuovo impulso capace di elevarci; è inutile quindi sperare nella liberazione dalla croce della materia se non approfittiamo delle occasioni di quaggiù e se non ci saremo guadagnati un maggiore campo di attività. I chiodi che appesero il Cristo alla croce inchioderanno pure noi fino a che l’impulso dinamico dell’Amore scaturirà da noi stessi in onde ritmiche come l’onda d’Amore che annualmente entra nella Terra e la permea con rinnovata vita.
Durante i mesi invernali il Cristo soffre l’agonia della tortura “gemendo, lavorando e anelando il giorno della liberazione” che giunge durante la settimana santa. Noi però sappiamo dagli Insegnamenti mistici che detta settimana è il culmine della sofferenza e che Egli sta allora uscendo dalla Sua prigione; che quando il Sole incrocia l’equatore Egli pende dalla croce e grida: “Consummatum est”. “È stato compiuto”: questo non è un grido di angoscia, ma un grido di trionfo e di liberazione, perché una volta di più Egli può riposarsi per un breve tempo, libero dalle catene che lo inchiodano alla nostra Terra.
Dobbiamo gioire con Lui in questa grande, gloriosa e trionfale ora della liberazione, quando Egli esclama: “Tutto è stato compiuto”. Intoniamo i nostri cuori a questo grandioso avvenimento cosmico, rallegriamoci col Cristo, nostro Salvatore, perché il Suo sacrificio annuale è arrivato alla fine; sentiamo gratitudine dal profondo del cuore perché Egli ora sta per essere liberato dagli artigli della Terra, perché la vita con la quale Egli ha rivestito il nostro pianeta è sufficiente per la nostra sopravvivenza durante il tempo che ci separa dal prossimo Natale.
La vita è scuola, e attraverso l’apprendimento delle sue molteplici lezioni l’umanità si sta lentamente evolvendo da scintilla divina a Divinità. Se avessimo imparato le lezioni impartiteci non vi sarebbe stata necessità del grande sacrificio fatto e ripetuto annualmente dallo Spirito Cristico, incarnazione dell’Amore. Attraverso l’egoismo, la disobbedienza alla Legge e le cattive azioni avevamo cristallizzato non solo i nostri corpi, ma anche
Per coloro che hanno scelto di lavorare saggiamente e intelligentemente secondo
Care sorelle e cari fratelli,
fissati nella mente questi ideali, il tempo di Pasqua costituisce la stagione per rivedere la vita trascorsa e per fare nuovi proponimenti per il futuro, onde realizzare la crescita animica. È la stagione nella quale il simbolo del Sole ascendente deve condurci all’esatta concezione del fatto che non siamo che dei pellegrini sulla Terra e che, come spiriti, la nostra vera dimora è in Paradiso, e che occorre sforzarci per imparare rapidamente e coscientemente le lezioni in questa scuola di vita.
Si tratta di un compito immenso, che può apparire tanto arduo da scoraggiare. Ma le Gerarchie Divine che ci hanno guidato fin dall’inizio della nostra carriera evolutiva sono ancora attive e pronte a collaborare con noi dai loro mondi; col loro aiuto potremo realizzare l’elevazione dell’umanità e raggiungere la gloria, l’onore e l’immortalità. Con questa speranza in noi, lavoriamo alacremente per migliorare noi stessi onde, con l’esempio, si possa risvegliare negli altri il desiderio di condurre una vita che porti alla liberazione.
Rimaniamo ora in silenzio e concentriamoci per qualche minuto su:
L’AMORE DIVINO e IL SERVIZIO
(Concentrazione di circa 7 minuti).
· Il periodo di concentrazione viene interrotto dalla musica dell’INNO DI CHIUSURA
· Si copre l’emblema e l’officiante pronuncia la seguente ammonizione finale:
Ed ora, care sorelle e cari fratelli, nel salutarci per ritornare al mondo materiale, facciamo il fermo proposito di esprimere nella nostra vita quotidiana gli elevati ideali spirituali testè ricevuti, affinché giorno per giorno si diventi sempre più degni servitori come canali coscienti nell’opera benefica dei nostri Fratelli Maggiori, al servizio dell’umanità.